Nel resoconto scritto del seminario Astronomia per astrologi che ho tenuto anni fa a casa di Lidia Fassio ho commesso un errore e l'ho ammesso pubblicamente non appena me ne sono accorto. Però non ho mai detto qual era. È un errore abbastanza banale, una svista; ma nessuno sembra averla notata. Eppure so che quel mio seminario (per lunghi anni ospitato dal sito di Convivio Astrologico) è stato letto anche da astrofili molto critici nei confronti dell'Astrologia, i quali l'hanno certamente passato al setaccio. Eppure non hanno trovato alcun errore, al punto che in un gruppo di discussione di astrofili qualcuno aveva malignato: Sicuramente non può essere farina del suo sacco. Questo Drusetta l'avrà scopiazzato da qualche parte. E invece no... Chi ha assistito a quel mio seminario può testimoniare che avevo sì preparato degli appunti, ma che avevo tenuto praticamente l'intero corso "a braccio", senza leggere nulla.
Più di recente, invece, mi è stato fatto notare un altro errore che sarebbe contenuto in questa frase:
8) Tuttavia qualcuno ipotizza che, all’incirca 4000 anni fa, epoca in cui presumibilmente i dettami astrologici e l’intero sistema di riferimento astrologico furono fissati in forma organica e tramandati fino ai giorni nostri, il punto vernale corrispondente al primo grado del segno dell’Ariete si trovasse effettivamente proiettato, sulla volta celeste, nei primi gradi della costellazione dell’Ariete.
Come si vede, si tratta dell'ottavo punto di un elenco numerato estrapolato da un contesto piuttosto ampio e articolato. Ora il sito di Convivio Astrologico ha chiuso i battenti, per cui quel mio seminario non è più reperibile; ma conto di ripubblicarlo, prima o poi, in versione ampliata, riveduta e corretta.
L'errore che mi viene qui imputato però non è di mia proprietà, nel senso che io non affermo che 4000 anni fa il punto vernale si trovasse proiettato ai primi gradi della costellazione dell'Ariete! Ho solo riferito che qualcuno ipotizza che fosse così. Relata refero: non è un sofismo, ma semplice analisi grammatical-sintattica del periodo.
Mio errore, se c'è stato, è stato nel non verificare la veridicità o la precisione dell'affermazione che avevo riferito al punto 8) di quell'elenco numerato. Tuttavia, forse l'affermazione che 4000 (e non 2000) anni fa il punto vernale si trovasse all'inizio dell'Ariete non è del tutto errata, se si entra senza pregiudizi nel contesto e nello spirito di quel mio articolo. Vediamo se riesco a spiegare perché.
Tutti gli astrologi che si rifanno alla teoria delle Ere Zodiacali concordano nel ritenere che nell'anno 2000 o giù di lì staremmo entrando nell'Era dell'Aquario dato che si starebbe ormai concludendo l'Era dei Pesci. In realtà, una data precisa per questo passaggio epocale è impossibile da stabilirsi, per i motivi spiegati in quell'articolo e in parte ripetuti qui di seguito.
Semplificando al limite dell'accettabile, ogni era zodiacale durerebbe circa 2000 anni: tempo necessario al punto vernale a percorrere
30 gradi di eclittica in senso retrogrado, dunque ripercorrendo i segni e le costellazioni in senso "contrario" al loro ordine naturale: dal Toro all'Ariete, dall'Ariete ai Pesci, dai Pesci all'Aquario e così via. Se la teoria delle Ere Zodiacali è fondata, circa 2000 anni fa il punto vernale si trovava effettivamente fra Ariete e Pesci, dunque "all'
inizio dell'Ariete" e "alla
fine dei Pesci" dal punto di vista astronomico (come giustamente si evince dalla splendida illustrazione riportata nel
blog del mio fine questionatore) e in riferimento all'ordine naturale delle costellazioni e dei segni: Aquario, Pesci, Ariete, Toro e così via.
Ma dato il moto retrogrado del punto vernale, volendo si può affermare che in quel momento esso si trovava "alla fine dell'Ariete" (alla fine dell'Era dell'Ariete, in effetti) e "all'inizio dei Pesci" (all'inizio dell'Era dei Pesci), considerato l'ordine in cui avviene la precessione, e cioè: Toro, Ariete, Pesci, Aquario...
Duemila anni prima, cioè circa 4000 anni fa, il punto vernale si sarebbe trovato circa 30 gradi più in là, sempre in senso retrogrado; in altre parole, "alla fine dell'Ariete" e "all'inizio del Toro". Ma contemporaneamente, nell'ottica della teoria delle Ere Zodiacali, il punto vernale segnava la fine dell'Era del Toro e l'inizio dell'Era dell'Ariete. È in questo senso che gli astrologi affermano che il punto vernale fosse "all'inizio dell'Ariete".
Se questo mio ragionamento vi sembra un volersi arrampicare sugli specchi, vi chiedo di immaginare una strada lunga 5 km nella quale ad ogni chilometro si trova una "pietra miliare". Le pietre in tutto sono 6. Chi viaggia in una direzione vede una sequenza di questo tipo: km 0 (partenza), km 1, km 2, km 3, km 4 e km 5 (arrivo). Per chi viaggia nella direzione inversa, la sequenza è km 5 (partenza), km 4, km 3, km 2, km 1 e km 0 (arrivo).
Ora immaginiamo due automobili che percorrono questa strada nelle due direzioni, incontrandosi in prossimità della pietra indicante il km 3. Chi proviene dalla prima direzione avrà percorso 3 km esatti, mentre chi proviene dall'altra direzione ne avrà percorsi solo 2. Chi proviene dal km 0 riterrà di trovarsi "alla fine del terzo chilometro e all'inizio del quarto", mentre chi proviene dal km 5 riterrà di trovarsi "all'inizio del terzo chilometro e alla fine del secondo". Questo perché la direzione nella quale ci si muove comporta un diverso modo di conteggiare i chilometri e un diverso modo di considerare i punti di riferimento (le pietre miliari, in questo caso). Se i due automobilisti si fossero dati appuntamento "al secondo chilometro" avrebbero corso il rischio di non capirsi e di non incontrarsi.
Ricapitolando, in effetti quella mia frase (che però riferisce affermazioni altrui) contiene un errore astronomico: perché 4000 anni fa il punto vernale non si trovava proiettato "nei primi gradi della costellazione dell'Ariete", come ho scritto riferendo ciò che affermano molti fautori della teoria delle Ere Zodiacali. Però l'errore astrologico a mio avviso non c'è se riteniamo valida la teoria delle Ere, se consideriamo valida pure l'approssimazione della durata di ciascuna era (2000 anni; in realtà sarebbero circa 2510) e se prendiamo come punto di riferimento la direzione della precessione del punto equinoziale: in tal caso sì può affermare che 4000 anni fa il punto vernale "era ai primi gradi del segno dell'Ariete" (di un ipotetico zodiaco primordiale di riferimento, come suggerisce questa illustrazione del von Klökler).
Qui entriamo però in un campo minato, in quanto si parla di un punto astronomico (il punto vernale gamma, l'equinozio di primavera) e della sua posizione rispetto alle costellazioni (raggruppamenti apparenti di stelle, proiezioni celesti di miti e archetipi senza tempo, ciascuna di esse con un'estensione spaziale diversa rispetto a quella di tutte le altre) e/o rispetto ai segni -- ma quali segni? quelli attuali? o come sembrerebbe suggerire il von Klöckler, quelli di un ipotetico Zodiaco primordiale in cui segni e costellazioni "combaciavano" e corrispondente al supposto periodo di nascita dell'Astrologia?
Come spiegavo nella mia
Astronomia per astrologi, i due concetti (quello di costellazione astronomica e quello di segno astrologico) sono
incommensurabili, cioè non sovrapponibili. Comunque li si giri e li si volti, segni e costellazioni
non corrisponderanno mai! Se le Ere Zodiacali dipendessero dalla posizione del punto vernale rispetto alle costellazioni, ciascuna era avrebbe una durata diversa, in quanto ciascuna costellazione occupa una porzione diversa dell'eclittica.
Invece la teoria delle Ere Zodiacali presuppone una successione di ere uguali, tutte esattamente della stessa durata, ciascuna corrispondente a uno spostamento retrogrado di 30 gradi del punto vernale sull'eclittica: è pertanto implicito che il punto di riferimento non possano essere le costellazioni dell'Eclittica (che sono un po' come Don Chisciotte e Sancho Panza: qualcuna lunga lunga lunga e qualcun'altra stretta stretta stretta), ma bensì i 12 segni dello Zodiaco (che sono per definizione tutti belli uguali, regolari, di 30 gradi ciascuno).