mercoledì 3 settembre 2014

Le tre buste

Un'importante impresa assume un nuovo direttore commerciale. Al momento del passaggio di consegne, il direttore uscente ha un colloquio a porte chiuse con il nuovo, giovane direttore.

Quest'ultimo gli esprime le sue perplessità e gli chiede consigli: "Sarò all'altezza dei compiti che mi aspettano? Saprò affrontare gli inevitabili problemi?"

Il direttore uscente lo tranquillizza: "Ma certo! Vedrai, è facilissimo! Guarda, ti lascio in consegna tre buste numerate, le trovi qui in questo cassetto. Quando riterrai di essere nei guai, apri la busta numero 1. Se riterrai che la situazione sia davvero grave, apri la busta numero 2. Se la situazione diventa catastrofica, apri la busta numero 3."

Passano i mesi e il nuovo direttore si trova ad affrontare i primi problemi seri. A un certo punto, ritiene di essere nei guai e si decide ad aprire la busta numero 1. Dentro trova un biglietto che dice: "Dà la colpa al tuo predecessore".

Il neodirettore segue il consiglio e così, dando sempre la colpa al suo predecessore, riesce ad affrontare tutta una serie di problemi ancora per qualche mese. Poi però arriva il momento in cui ritiene di trovarsi in grave difficoltà e apre la busta numero 2. Dentro c'è scritto: "Dà la colpa alla crisi".

Così, dando la colpa alla crisi, il direttore riesce a far fronte alla situazione ancora per qualche mese. A un certo punto però non riesce più a tenere testa alle crescenti difficoltà e apre la busta numero 3.

Dentro trova scritto: "Prepara tre buste".

(barzelletta ungherese)

martedì 10 giugno 2014

Sull'esorcizzazione dei simboli

Ci sono sostanzialmente tre tecniche per esorcizzare i simboli astrologici. Esse vanno valutate di volta in volta, di caso in caso, e si possono mettere in pratica sia separatamente che congiuntamente, a seconda del caso. Una tecnica, cioè, non esclude necessariamente le altre due.

1) In certi casi si prova ad opporre resistenza al simbolo astrologico. Per esempio ho paura del dentista, faccio di tutto per farmela passare, e allora mi metto a guardare documentari dove si mostrano operazioni dentistiche e così via. Si tratta in sostanza di affrontare di petto il simbolo, e in molti casi è la strada più difficile ma anche più efficace.

2) In altri casi si prova ad agevolare il simbolo astrologico. Per esempio durante certi transiti di Saturno, si può consigliare di fare rinunce, di guardare all'essenziale, di isolarsi, di starsene in disparte, di accettare maggiori sacrifici, di occuparsi di cose rigorose, serie e penalizzanti. In sostanza, si tratta di accettare ciò che il simbolo astrologico impone, senza provare ad opporsi. E' un atteggiamento passivo, che poco si confà al termine di Astrologia "Attiva", eppure spesso è l'unica strada percorribile di fronte a talune situazioni astrologiche.


3) In altri casi ancora si fa quello che io chiamo "operazione parafulmine". Cioè, si sa che un certo simbolo astrologico colpirà comunque e allora si cerca di farlo colpire dove voglio io. E' una tecnica antichissima, usata perfino da certi imperatori romani. Uno dei quali per esempio, avendo saputo dall'astrologo che sarebbe stato ferito "di spada", arrivò perfino a procurarsi egli stesso delle ferite da taglio, sperando che ciò fosse sufficiente a "placare" il simbolo.

Inutile dire che nessuna di queste tre tecniche è infallibile, l'Astrologia non è una scienza esatta.

Non è invece superfluo ricordare che qualsiasi consiglio di Astrologia Attiva venga suggerito dall'astrologo o accettato dal consultante, non dobbiamo mai dimenticare che l'essere umano è una formichina che prova a giocare con i simboli, che sono notoriamente cose molto più grandi di noi. Il tutto quindi va fatto con molta prudenza, grande modestia, e naturalmente: buon senso.

domenica 27 aprile 2014

Il bravo e famoso astrologo



Così mi ha definito un caro amico e collega su Facebook. Beh, la cosa ovviamente mi fa piacere, ma mi impone anche alcune riflessioni che desidero condividere con voi.

Sono davvero un astrologo?

Sinceramente, ho superato questo tipo di dubbi già parecchi anni fa. Per lungo tempo mi sono considerato e definito un semplice appassionato di Astrologia; poi uno studioso di Astrologia; infine, un appassionato studioso di Astrologia. A un certo punto la cosa ha iniziato ad assumere un tono di falsa modestia, di affettazione, proprio mentre astrologi di indubbia fama (loro sì) hanno cominciato a parlare e scrivere di me chiamandomi "collega", e allora ho dovuto superare la mia stessa ritrosia e ammettere che sì, dopo tanti anni di umile servizio nella vigna di Urania, forse avevo anch'io qualcosa di originale da dire e da proporre.

Tuttavia, non amo definirmi astrologo. I motivi sono presto detti. Per quanto ne so (potrei sbagliarmi) qui in Italia non esiste un corso, una scuola o un diploma di Astrologia ufficialmente riconosciuti dallo Stato. Per quanto ne so, nemmeno la professione di astrologo è riconosciuta. Inoltre, a scanso di equivoci ci tengo a far sapere che non vivo di astrologia: ho altre fonti di reddito. Oltre a un lavoro dipendente nel settore alberghiero da oltre 15 anni, l'unica professione che svolgo (in piena regola, con Partita IVA) è quella di traduttore e interprete.

Infine, non mi riconosco in quella che nell'immaginario collettivo è o sembra essere la "immagine dell'astrologo", della quale faccio cenno in uno dei miei video su YouTube quando ad essa affianco l'immagine dell'astrologo "moderno". Per astrologo "moderno" non intendo affatto quello contrapposto all'astrologo "classico", che si occupa cioè di Astrologia Classica. No, intendo proprio un astrologo professionista, contemporaneo, perfettamente calato nel mondo attuale, che opera scartabellando libri e articoli di astrologia professionale, che partecipa (come avviene in tutte le professioni) a corsi di aggiornamento e convegni di settore, e che utilizza software precisi e affidabili. Niente anelloni alle mani, niente turbanti, niente candele, niente teschi o simboli esoterici, niente sfere di cristallo come nell'immagine qui sopra.

Sono davvero famoso?

A quanto pare sì, e (non è falsa modestia) a volte ne sono davvero sorpreso. Ma non più di tanto. La mia è una fama "virtuale" certamente legata all'immagine di me che, nel corso di anni di imprudente navigazione internettiana, ho (spesso inconsapevolmente) proiettato sulla Rete. Un'immagine in evoluzione e in parte contraddittoria. Ci fu il periodo in cui mi facevo prendere dalla verve polemica e difendevo a spada tratta la scuola alla quale aderisco e le tecniche che utilizzo, non dico denigrando ma certamente sottovalutandone molte altre. Ci fu il periodo in cui mi vantavo di essere un astrologo teorico, aggiungendo: "non faccio un consulto nemmeno se mi legano alla sedia". Forse un contributo decisivo alla mia "fama" l'ha dato l'anonimo compilatore di Wikipedia che anni fa ha pensato (bene o male, non sta a me dirlo) di citarmi a fianco di Ciro Discepolo come rappresentante dell'Astrologia Attiva. Poco tempo prima il mio nome era apparso perfino sul sito del CICAP, dove vengo citato come esempio della categoria "astrologi più smaliziati".

Ma al di là dell'immagine virtuale e delle tracce che posso aver lasciato in Rete, pur a periodi alterni ho partecipato in prima persona a diversi congressi e riunioni più o meno ufficiali di astrologi; ho tenuto corsi di astrologia (e una delle mie migliori allieve di Cremona ha fatto carriera, che bella soddisfazione!); ho scritto articoli validi ed apprezzati.

Ma sono davvero bravo?

Beh, qui distinguerei teoria e pratica. Fin dai miei esordi in Astrologia, ho cercato di riflettere sulle modalità, sui meccanismi, sui limiti e sulle potenzialità di questa nostra complessa disciplina. Suppongo di essere un bravo astrologo teorico, da questo punto di vista. Ho chiare le basi astronomiche dell'Astrologia, e la sua collocazione epistemologica rispetto ad altre forme di conoscenza, chiamate "scienze" a torto o a ragione.

Dal punto di vista pratico, non faccio molti consulti; per meglio dire, mi sono occupato e mi occupo tuttora di numerosissimi casi, ma per lo più si tratta di persone a me vicine, parenti e amici intimi. Anche per questo non ne parlo nel mio blog, non scrivo articoli su casi concreti da me osservati. Naturalmente mi sono anche occupato di consulti in senso stretto, dato che la mia fama (reale o virtuale) spinge molte persone a contattarmi in privato per chiedermi un consiglio di tipo astrologico. Sta dunque a queste persone dire l'ultima sulla mia effettiva "bravura". Forse sbagliando, tendo a pensare che è un bravo professionista (in qualsiasi settore egli operi) quella persona che lavora per la soddisfazione del cliente, senza che ciò (è ovvio, ma è sempre il caso di esplicitarlo) vada a discapito di una serie di precisi standard qualitativi e rigorosi princìpi deontologici come quelli che ho cercato di fissare un questa mia proposta.

domenica 13 aprile 2014

Dicono di me... /3

Stralci di corrispondenza...

Ciao! Volevo solo ringraziarti per questo ottimo blog! Ho letto il primo post "Un'altra bella soddisfazione" e dopo ho speso con gran piacere un'ora sul tuo blog! :) Tutto è scritto correttamente, è interessante e di facile lettura.(Eva, 16/2/2012)

Un caro amico, Luciano Drusetta - tanti anni fa ha scritto un Codice Etico dell'Astrologo che io ho sempre trovato splendido. [...] Luciano è più matto di un cavallo, se così mi è permesso di definirlo: se mai qualcuno scriverà una storia dell'astrologia contemporanea, lui sarà nominato come lo studioso che ha posto le basi dell'astrologia extraplanetaria, ossia come fare il tema natale di uno che - diciamo - nasce su Marte, o magari a bordo di una sonda spaziale. (Aneshvarii su Facebook, 28/10/2011)

Io dico che l'amor l'è cosa vera / e che ti porta a l'alma una passione ... (da un sonetto del poeta Luciano Drusetta) (Antonio su Facebook, 1/4/2012)




 

sabato 12 aprile 2014

Definizione di Rivoluzione Solare


La rilocazione del cielo di Ritorno Solare (più nota come "Rivoluzione Solare Mirata") è una teoria o è una pratica? E se è una pratica, quali sono i fondamenti teorici da cui trae legittimazione razionale?

E' presto detto. Modestamente e senza per questo volerne fare una legge né assoluta né relativa, io studio tutti gli anni la RS mia e di diverse altre persone, calcolata per il luogo in cui ci si trova in quel momento (che può anche essere quello di residenza, o un posto qualsiasi in cui il soggetto si trova magari per purissimo caso e per pochi minuti). Faccio così da sempre semplicemente perché tutti i manuali su cui mi sono formato (tutti rigorosamente pre-discepoliani) dicono di fare così.

Naturalmente, utilizzando l'opportuna chiave di interpretazione, ho verificato che nella stragrande maggioranza dei casi, la RS calcolata per dove ci si trova fisicamente, "funziona".

Ma a proposito di teoria e di pratica delle RS, così scrive il von Klöckler nel capitolo 2 "Oroscopo natale e oroscopo solare", a pagina 49 del terzo volume del suo Corso di Astrologia, edizioni Mediterranee 1974: Alcuni autori calcolano l'oroscopo solare in base alla posizione geografica del luogo natale. La teoria non ci può dire cosa sia giusto fare. Soltanto il controllo pratico può informarci in merito, però naturalmente la cosa non è semplice perché il modesto scarto fra luogo presente e luogo natale provoca modificazioni altrettanto modeste dell'oroscopo solare, che nell'interpretazione sono difficili da ravvisare. Tali controlli sono possibili solo quando fra luogo natale e luogo presente esiste una notevole differenza in termini di latitudine e longitudine. I pochi controlli finora effettuati consigliano di calcolare l'oroscopo solare in base al luogo presente. Ciò comporta una conseguenza di non poco conto per la configurazione della vita: sarebbe possibile evitare influssi sfavorevoli sullo stato della salute cambiando residenza. Dal punto di vista della concezione pratica della vita molti elementi depongono a favore di tali possibilità, però il determinista intransigente potrebbe obiettare che anche il cambiamento di sede è predeterminato.

Così scrive il Volguine nel capitolo 2 "Una regola spesso trascurata", a pagina 22 di Tecnica delle Rivoluzioni Solari, Armenia Editore 1972: dobbiamo attirare l'attenzione degli astrologi sulla necessità di stendere temi annuali non per il luogo di nascita ma per quello in cui si trova il soggetto al momento del suo anniversario. Il silenzio della maggior parte degli autori medievali a riguardo, si spiega facilmente col fatto che, una volta, i viaggi erano meno frequenti di oggi per cui l'importanza di questa regola era meno evidente. D'altro canto, chi lasciava Parigi per andare ad abitare a Poitiers, non causava, nella Rivoluzione Solare effettuata per Parigi, un cambiamento tale da infirmare tutte le deduzioni. La parte sottolineata è in corsivo nell'originale. E poi ancora, a pagina 179 nel capitolo 16 "Qualche parola sulla magia astrologica": Abbiamo [...] sottolineato che numerosi viaggio di Edoardo VIII, quando era principe di Galles, erano dettati dall'astrologia (rimedio non nuovo perché numerosi pellegrinaggi del Medio Evo erano raccomandati da astrologi - dunque in seguito all'esame dell'oroscopo).

A pagina 91 del volume "Interpretazione approfondita dell'oroscopo", curato da Clara Negri e da Antonino Anzaldi, facente parte della trilogia Scuola di Astrologia, Longanesi & C. Periodici 1981: Siamo del parere che il grafico di rivoluzione debba essere eretto con riferimento al luogo in cui il soggetto trascorre il suo compleanno astrologico; dunque non per il luogo di nascita.

Ciononostante, ecco cosa scrivevo su Facebook il 17 settembre 2012: Forse però ha ragione Roberto Minichini quando scriveva sul suo blog che lui tutti gli anni ne calcola tre, di Rivoluzioni Solari: quella di nascita, quella di residenza, e quella in cui uno si trova effettivamente in quel momento; e diceva di ottenere risultati alterni, come se che a qualcuno "funzionasse" meglio una, a qualcun altro "funzionasse meglio" un'altra... Sicuramente quello delle RS, ma direi un po' tutta l'Astrologia in generale, è un settore in cui l'assoluta mancanza di pregiudizi, l'apertura mentale e l'attenta e obiettiva osservazione dei fatti sono un "must" assoluto!

Leggendo queste mie parole, sempre su Facebook Irene Zanier mi chiese: "Ecco, questo mi muove molta curiosità - perché non c'è rigidità del voler affermare una posizione a tutti i costi-. Perché a qualcuno funziona meglio che ad altri? Qual è la discriminante? Tu hai qualche ipotesi o per il momento possiamo solo osservare?"

Rispondo ora come risposi allora: al proposito ho qualche ipotesi, certamente; ma per il momento mi limito ad osservare, raccogliere, catalogare... Quando mi sentirò pronto, formulerò o espliciterò la mia opinione.

sabato 4 gennaio 2014

Ma è vero che il giorno del compleanno è così nefasto?

Per rispondere a questa angosciante domanda dobbiamo prima riconsiderare alcuni fatti.

L'anno scorso, fra gli appassionati di astrologia e di statistiche si diffuse come una bomba la notizia di una ricerca in base alla quale alcuni studiosi svizzeri avrebbero comprovato (il condizionale è d'obbligo) che "si muore più spesso della media nel giorno del proprio compleanno".

I giornali diedero gran risalto alla notizia. Pare che, studiando le date di nascita e di dipartita di due milioni di individui, gli elvetici abbiano potuto appurare che il numero di decessi non è distribuito equamente su tutti i 365 giorni dell'anno: avrebbero infatti riscontrato un picco del 13,8% di decessi in più nel giorno del compleanno.

Ogni giorno ciascuno di noi ha una discreta possibilità di decedere. La vita, si sa, è rischiosa; o per dirla in termini strettamente statistici, è mortale nel 100% dei casi comprovati. Ebbene, il giorno del nostro compleanno, la possibilità di morire diventerebbe maggiore. Chiedo scusa se non so essere più preciso, ma come ho già avuto modo di scrivere in questo mio blog, non sono esperto di statistiche e a dirla tutta, l'idea di applicare rigorose statistiche all'Astrologia mi lascia piuttosto indifferente.

Si era parlato della mortalità nel giorno del compleanno anche in questo articolo dello stesso blog, che riportava la statistica pubblicata da Gabriele Ruscelli negli Atti del Convegno CIDA di Parma del 1986. Già allora il Ruscelli avrebbe dimostrato (sempre col condizionale d'obbligo...) che si muore più frequentemente nel periodo intorno al giorno del compleanno.

Se esatte, queste statistiche sembrerebbero (altro condizionale...) dimostrare la fondatezza di una cosa che Ciro Discepolo ha scritto e ripetuto diverse volte: e cioè che nei 40 giorni a cavallo del compleanno (20 prima e 20 dopo) tendono a concentrarsi gli eventi più importanti dell'anno. E che spesso, gli avvenimenti più importanti della nostra vita avvengono esattamente il giorno del compleanno.

Da quando è apparsa la notizia della statistica svizzera, fra taluni astrologi e appassionati si è scatenata una (morbosa e inutile, a mio avviso) gara a chi colleziona più notizie possibili di eventi nefasti che avvengono nel periodo "critico" dei 20 giorni prima e 20 giorni dopo, dando particolare risalto ai decessi e più in generale, agli eventi tragici e tristi che avvengono il giorno del compleanno dei soggetti coinvolti. Il recente incidente che ha colpito Michael Schumacher ha dato a molti l'occasione di tornare sull'argomento. E ci torno anch'io oggi, con la mia solita voce che, mi auguro, anche questa volta almeno in parte sia "fuori dal coro".

Ora, è proprio questo ciò che dice Discepolo? Dice davvero che gli eventi "più importanti" che possono accadere il giorno del compleanno sono quelli nefasti, dannosi, dolorosi, luttuosi? Niente affatto! Nei suoi libri, egli fa diversi esempi di avvenimenti clamorosi, sì, ma assolutamente positivi, che avvengono il giorno del compleanno o nel periodo critico dei 20 giorni prima e 20 giorni dopo. Per esempio, cita il calciatore che segna il goal più importante della sua carriera, il tizio che vince alla lotteria, l'impiegato che riceve una promozione, il candidato che viene eletto a una carica importante...

Va anche detto che molti degli avvenimenti tragici, luttuosi, tristi e nefandi della nostra vita accadono in giorni lontani dal giorno del compleanno, cioè in quei restanti 325 giorni dell'anno che non fanno parte del famigerato "periodo critico".

Che cosa c'è dunque di vero nel discorso dei giorni critici a cavallo del compleanno, e della criticità del compleanno stesso? Molto, molto. C'è molto di vero. Ma ricordatevi sempre che giorni "critici" non significa necessariamente "giorni nefasti" e che gli avvenimenti "importanti" o "eclatanti" che ci possiamo aspettare non sono necessariamente "negativi". Suvvia, un po' di ottimismo e basta parlare di morte!

Ora qualcuno dirà: Eh Luciano... dici "Basta parlare di morte" ma proprio tu hai introdotto l'argomento...

E' vero. Ne parlo qui adesso perché in questi giorni, diverse persone in privato mi hanno chiesto che cosa penso di questo argomento; cioè, se credo anch'io o no che il compleanno sia un giorno particolarmente negativo. Ecco, credo di aver dato la mia risposta. Adesso però torno ad occuparmi di altre cose: tutte le altre belle (e brutte) cose che si possono studiare a livello astrologico: nascite, diplomi, lauree, assunzioni, licenziamenti, vincite, perdite... ma la morte no, lasciamola perdere.

Anche perché... Discepolo stesso (e io sono d'accordissimo con lui, in questo) sottolinea il fatto che la morte di un soggetto non è sempre segnalata dai suoi propri transiti e dalle sue proprie Rivoluzioni Solari o Lunari. In altre parole, si può morire tranquillamente durante un periodo di transiti ottimi, e con Rivoluzioni Solari e Lunari splendide. Perché? Personalmente, credo che ciò avvenga perché il decesso non è necessariamente un evento così importante o doloroso per chi decede. Invece lo è, indubbiamente, per chi rimane.

Ed è proprio per questo motivo che, al contrario dei decessi, con l'Astrologia è relativamente facile prevedere i lutti: quando muore una persona cara, infatti, l'evento si riflette piuttosto chiaramente nelle situazioni astrali di parenti, congiunti e amici del caro estinto.